sabato 7 dicembre 2013

Mandela non sarà mai il vostro menestrello

Cari revisionisti, Mandela non sarà mai e poi mai il vostro menestrello.
Nei prossimi giorni proverete intensissimamente a renderlo qualcosa che non è stato, e fallirete. Proverete ad addolcirlo, ad insabbiarlo, ad allontanare il suo lato Malcom X. Proverete a celare agli occhi della gente la sua rabbia. Proprio adesso state percorrendo ansiosamente i corridoi dei vostri condomini e case di campagna, cercando le parole giuste, i giusti tributi, quelli conservatori. Direte che Mandela non vuol dire razza. Direte che Mandela non vuol dire politica. Direte che Mandela non era altro che amore, proverete a ridurlo ad un orecchiabile motivo reggae. Let's get together, and feel alright. Esatto, farete proprio così.

Farete credere che l'apartheid è stato solo una specie di malattia mistica spaziale che improvvisamente è caduta dai cieli per insinuarsi fra di noi, prenderci tutti, bianchi o neri,  alla sua mercé, finché dall'etere non è apparso Mandela a redimerci tutti. Proverete a fare di Mandela un Magic Negro e fallirete. Direte che Mandela si è immolato sopra tutti in nome del perdono mentre si divincolava agilmente dai dettagli della perversione che lui ebbe la grazia di perdonare.
Proverete a fare dell'apartheid una specie di orribile aberrazione storica spontanea, e non il logico apice di secoli di arroganza imperialista. Sì, farete anche quello. Farete intendere, o audacemente affermerete ,che un tale demone è morto il giorno in cui Mandela ha messo piede fuori dal carcere. Incrocerete le mani e direte che i neri ora non potranno biasimare più nessuno se non loro stessi.
Bene, provateci quanto vi pare, ma fallirete. Perché Mandela era politica ed era razza ed era libertà ed era perfino violenza, ed ha fatto ciò che riteneva giusto fare, e data l'attuale inequità economica del Sud Africa potrebbe addirittura esser morto pensando di non aver fatto abbastanza. E forse la più grande tragedia della vita di Mandela non è quella di aver trascorso quasi trent'anni incarcerato da ricchi razzisti che hanno tentato di frantumare milioni di spiriti distruggendone gli animi, ma il fatto che non ci sono state o non ci sono abbastanza persone come lui.
Perché il Sud Africa di oggi, un Paese che da tantissimo tempo si è profondissimamente tuffato a pesce nei liquami dell'odio razziale, nonostante tutti gli sforzi di Mandela, sta ancora cercando di raggiungere la riva della palude. Immaginate che Cape Town fosse Londra. Immaginate di vedere due milioni di bianchi vivere in baracche e capanne di fango lungo tutta la M25 (una specie di Grande Raccordo Anulare londinese, NDT) mentre ve ne state tornando a casa, mentre la maggiorparte delle case e dei lavori migliori sono di un piccolo, seppur facoltoso, gruppo di gente nera. Le parole non posso descrivere cosa significhi covare un tale risentimento.

Nelson Mandela non è stato un dio che fluttuava raffinatamente su di noi mentre ci salvava. È stato totalmente, meticolosamente umano, ed ha fatto tutto quello che ha fatto per sabotare la gente come voi. Non c'è bisogno di fare i vostri nomi perché perché voi sapete di essere quello che siete, noi sappiamo che voi siete quello che siete, e voi sapete che noi sappiamo. Non siete riusciti a scalfirlo in vita, non riuscirete a plasmarlo da morto.
Ci proverete, ovunque voi siate, e fallirete.

Articolo originale: Okwonga.com