Chicche linguistiche

In questo post saranno raccolte in maniera sistematicamente casuale le curiosità linguistiche che si pareranno al cospetto dell'autore nell'arco della sua improbabile carriera accademica. Così, nell'era in cui pure le pietre - ma soprattutto cinquantenni con la terza media e grillini - possono fare i grammar nazi, anche voi potrete fare gli splendidi coi vostri amici.

Primo comandamento: Le forme precedute da asterisco (*) nella simbologia linguistica corrente sono quelle che vanno considerate errate.
Hai presente tutte le volte che in una chat hai scritto:
- ti chiedo sucsa
- scusa*
Zan zan zan zan! Sì, hai scritto una boiata. Pace agli accadmici, evviva la diacronia, evviva la diamesia.

Anonimo, 1860 .ca - L'origine du nazism dans la Grammaire
 Italiano
  1. A me mi si può dire. Non vi è alcuna regola che vieta di usare pronomi tonici e atoni insieme e, anzi, il costrutto ha valore di rafforzativo.
  2. Piuttosto che ha il solo valore attestato di avversativa: "Vorrei una pizza piuttosto che una bistecca" sta a significare "Vorrei una pizza e non una bistecca". La funzione disgiuntiva, quella per cui sembra cool volergli far significare "Vorrei una pizza oppure una bistecca", non è attestata, crea ambiguità, deriva da una koiné partita negli anni '80 dagli ambienti borghesi dell'Italia del Nord e quindi fatevene una ragione: è errato. In my not so humble opinion, fa pure schifo a sentirsi.
  3. Ecco quando invece le vostre maestre hanno avuto ragione: è sbagliato dire ma però. Quello che loro non sapevano e che vi diciamo noi, è il motivo. Si tratta di due congiunzioni che hanno la stessa funzione sintattico-semantica: quella avversativa (introducono opposizione fra due elementi, sì, proprio come fa piuttosto che).
    Usiamo (erroneamente) ma però in quest'ordine in quanto però ha un valore avversativo superiore a ma, e a differenza di ma non è vincolato dalla posizione iniziale, quindi le due congiunzioni non ci sembrano svolgere la stessa funzione. Riteniamo pertanto che una rafforzi l'altra, anche se in realtà non è così.
  4. L'italiano non è una lingua iconica. Ciò sta a significare che non contempla forme plurali più lunghe di quelle singolari (a parte poche eccezioni, vedi uomouomini). Difatti, di norma i prestiti da altre lingue si dovrebbero pluralizzare senza aggiungere alcuna lettera.
    *   Un hamburger - Due hamburgers
    ✔ Un hamburger - Due hamburger
  5. Si hanno più possibilità di capire come coniuga un verbo basandosi sulla 2a persona plurale del presente indicativo che sull'infinito.
  6. La 1a plurale indicativo di qualsiasi verbo italiano è sempre uguale alla 1a plurale di congiuntivo dello stesso verbo.
  7. Il Veneto ed il Sardo sono lingue (non dialetti! Lingue!) derivanti direttamente dal Latino e non dall'Italiano. Pertanto non vanno considerati né varietà linguistiche dell'Italiano, né dialetti di questo.
  8. Il lemma più lungo della lingua italiana è Hipopotomonstrosesquipedaliofobia. Indica la paura delle parole lunghe.
  9. I giorni della settimana pluralizzano tutti. Quindi si dirà i sabati e non i sabato.
  10. In Italiano tutti i nomi terminanti per -u sono invariabili al plurale.
  11. La presenza nelle lingue neolatine della parola guerra è direttamente collegata alla presenza dell'aggettivo bello. In breve, ad un certo punto a qualcuno il dignitosissimo PULCHER ('bello') del tardo latino non è piaciuto più, ed è stato sostituito da BELLUS. BELLUS però era quasi omofono di BELLUM ('guerra') e dunque si decise di far fuori anche BELLUM pur di mantenere BELLUS ed eliminare PULCHER. Vinse l'ingresso nel mondo romanzo la parola WERRA, di origine germanica, entrata nel Francese e poi divenuta guerre, guerra in Italiano. Che pulcher.
  12. Il primo grammar nazi della storia fu un anonimo maestro romano che nel III secolo, agli albori delle lingue volgari, scrisse una serie di raccomandazioni sull'utilizzo della lingua. Ossia su quali fossero le forme (latine) da considerare corrette rispetto a quelle che lui considerava non corrette (d'influenza germanica o di stampo volgare). L'opera è contenuta nel manoscritto cosiddetto Appendix Probi. Tutte le forme oggi attestate e comuni nell'uso sono quelle che la buonanima considerava scorrette.
  13. Ma il nobel per il grammarnazismo va a Manzoni Alessandro che, editando e rieditando il suo celebre e innobinabile romanzo, eliminava ogni volta le parole che gli erano più antipatiche. Dunque se oggi non possiamo bearci di usare veggo insieme a vedo, o chieggo insieme a chiedo, lo dobbiamo a lui. Che sosteneva che la lingua tendeva a liberarsi naturalmente del materiale in eccesso. Well played, Alex!
Altre lingue
  1. Vicitori ex aequo dell'ambito e inesistente premio di cui sopra sono i fratelli Grimm, che hanno fatto più o meno quello che ha fatto Manzoni, scrivendo però favole per bambini. Grammarnazisti e pure paraculi.
  2. In antico germanico il termine per "marito" era brūti-gomo, ovvero "marito della sposa". 'Sti barbari.
  3. In Tiv alcune parole cambiano di significato a seconda del tono con cui vengono pronunciate.
  4. Secondo Dan Everet, la lingua Piranhã non contempla i numeri.  
  5. La magiorparte dei sostantivi delle moderne lingue romanze derivano dalla forma che presentavano in Latino all'accusativo senza la -m finale.
  6. Se l'Inglese dovesse essere classificato in base al suo lessico, sarebbe una lingua romanza: il 70% delle parole che lo compongono, infatti, non sono di origine germanica ma latina.
  7. Proviene dall'Arabo il gioco degli scacchi, che gli Arabi appresero dai Persiani e questi dagli Indiani. In Persiano "šāh" significa "re" e basta conoscere i principi del gioco degli scacchi per sapere che lo scopo della partita è quello di immobilizzare il "re" dell'avversario; in Persiano, e di qui in Arabo, quest'operazione nella terminologia del gioco si dice "šāh māt", che letteralmente significa "il re (è) morto". Di qui lo sp. "jaque y mate" o "jaque mate", il port. "xamate", il franc. "échec et mat", l'it. "scacco matto".
  8. Nel film Django - Unchained, a differenza di quello che ci dice il protagonista, la d- non è muta. Si tratta in realtà di pronunciare un'unica consonante affricata postalveolare sonora [ʤ], scritta utilizzando il digramma <DJ>. La stessa consonante è presente nell'italiano, solo che viene realizzata diversamente, e cioè con il singolo grafema <G> (gelato) o con il digramma <GI> (giallo). 
  9. Tolkien, l'autore de Il Signore degli Anelli, era innanzitutto filologo e linguista.


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