martedì 13 agosto 2013

Chicche linguistiche

In questo post (costantemente aggiornato) raccoglierò le curiosità linguistiche che incontrerò mano mano.
Così, in questa era in cui pure le pietre possono fare i grammar nazi, anche voi potrete fare gli splendidi coi vostri amici.
Attenzione! Le forme precedute da asterisco (*) vanno considerate errate.
Italiano
  1. A me mi si può dire. Non vi è alcuna regola che vieta di usare pronomi tonici e atoni insieme e, anzi, il costrutto ha valore di rafforzativo.
  2. Piuttosto che ha il solo valore attestato di avversativa: "Vorrei una pizza piuttosto che una bistecca" sta a significare "Vorrei una pizza e non una bistecca". La funzione disgiuntiva, quella per cui sembra cool volergli far significare "Vorrei una pizza oppure una bistecca", non è attestata, e pertanto incorretta e sintomo di ignoranza, in italiano.
  3. È sbagliato dire ma però in quanto si tratta di due congiunzioni che hanno la stessa funzione sintattico-semantica: quella avversativa (introducono opposizione fra due elementi).
    Usiamo (erroneamente) ma però in quest'ordine in quanto però ha un valore avversativo superiore a ma e non è vincolato dalla posizione iniziale, quindi le due congiunzioni non ci sembrano svolgere la stessa funzione e riteniamo che una rafforzi l'altra, anche se in realtà è così.
  4. L'italiano non è una lingua iconica. Ciò sta a significare che non contempla forme plurali più lunghe di quelle singolari (a parte poche eccezioni, come nel caso di uomouomini). Difatti, di norma i prestiti da altre lingue si dovrebbero pluralizzare senza aggiungere alcuna lettera.
    *   Un hamburger - Due hamburgers
    ✔ Un hamburger - Due hamburger
  5. Si hanno più possibilità di capire come coniuga un verbo basandosi sulla 2a persona plurale del presente indicativo che sull'infinito.
  6. La 1a plurale indicativo di qualsiasi verbo italiano è sempre uguale alla 1a plurale di congiuntivo dello stesso verbo.
  7. Il veneto ed il sardo sono lingue derivanti direttamente dal latino e non dall'italiano. Pertanto non vanno considerati né varietà linguistiche dell'italiano, né dialetti di questo.
  8. Il lemma più lungo della lingua italiana è Hipopotomonstrosesquipedaliofobia. Indica la paura delle parole lunghe.
  9. I giorni della settimana pluralizzano tutti. Quindi si dirà i sabati e non i sabato.
  10. In italiano tutti i nomi terminanti per -u sono invariabili al plurale.
  11. Il primo grammar nazi della storia fu un anonimo maestro romano che nel III secolo, agli albori delle lingue volgari, scrisse una serie di raccomandazioni sull'utilizzo della lingua. Ossia su quali fossero le forme (latine) definite corrette rispetto a quelle che lui considerava non corrette (d'influenza germanica). L'opera è contenuta nel manoscritto cosiddetto Appendix Probi.
Altre lingue
  1. In antico germanico il termine per "marito" era brūti-gomo, ovvero "marito della sposa". Poi chiamali barbari.
  2. In Tiv alcune parole cambiano di significato a seconda del tono con cui vengono pronunciate.
  3. Nel film Django - Unchained, a differenza di quello che ci dice il protagonista, la d- non è muta. Si tratta in realtà di pronunciare un'unica consonante affricata postalveolare sonora [ʤ], scritta utilizzando il digramma <DJ>. La stessa consonante è presente nell'italiano, solo che viene realizzata diversamente, e cioè con il singolo grafema <G> (gelato) o con il digramma <GI> (giallo). 
  4. Tolkien, l'autore de Il Signore degli Anelli, era innanzitutto filologo e linguista.


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